SPAZIOARTE è nata come galleria sperimentale, partecipativa e innovativa (anche tecnologicamente) che ha svolto a Roma nel 1974/75 le sue attività di confronto e di dibattito sui rapporti tra arte, critica, fruitori, istituzioni e politica, continuandole poi sotto forma di rivista fino a fine 1977.

In questi tre anni centrali dei tumultuosi Anni Settanta, SPAZIOARTE ha promosso e ospitato gli interventi di personalità di primo piano dell’epoca come Baruchello, Bellonzi, Bentivoglio, Boatto, Bonito Oliva, Caleffi, Calvesi, Crispolti, Dorazio, Fagiolo, La Pietra, Maltese, Mantura, Marziano, Mauri, Mendini, Menna, Montana, Natalini, Patella, Perilli, Perniola, Portoghesi, Pozzati, Solmi, Tomassoni, Vincitorio, Volpi Orlandini …

Vediamo insieme A) perché può essere interessante oggi l’attività svolta da SPAZIOARTE negli Anni Settanta, B) quale è stata la sua nascita e il suo sviluppo, C) quali sono state le metodologie partecipative e innovative utilizzate, e D) quali furono i concetti chiave presentati nel programma-manifesto della galleria (novembre 1974) e in quello della rivista (novembre 1975):

A) I motivi di interesse oggi per le attività di SPAZIOARTE sono diversi:

    • storico: ritrae vizi e virtù di un ambiente culturale attraversato dalle ideologie; e in particolare mette in evidenza il confronto dell’epoca, a volte feroce, tra arte, critica, ideologia e battaglie sociali e politiche;
    • sociologico: anticipa esperienze partecipative che si sarebbero sviluppate e diffuse decenni più tardi;
    • metodologico: mette in risonanza fenomeni comunicativi come la multimedialità, l’interazione, la collaborazione e l’autorganizzazione

B) Come nasce e si sviluppa SPAZIOARTE?

  • l’idea prende corpo nell’estate 1974, quando tre giovani amici che si ponevano domande sui rapporti fra arte e società (Luigi Belli, Valerio Eletti e Mauro Marafante, tutti e tre appassionati di arte contemporanea ma “non addetti ai lavori”) incontrano due critici d’arte (Fabrizio Caleffi e Guido Montana, che si uniscono alla discussione) e il proprietario di una galleria del centro storico di Roma (Perez, che possedeva il locale situato in via Brunetti, alle spalle di Piazza del Popolo e lo mette generosamente a disposizione – gratuitamente – per la sperimentazione di un anno).
  • in autunno il team scrive il programma-manifesto che si può consultare nella quarta pagina del numero zero
  • l’attività in galleria parte a novembre 1974 per terminare a giugno del 1975, con l’allestimento di una nuova esposizione ogni due settimane (mostre dedicate a ricerche e movimenti artistici, e a fenomeni emergenti come quello dei fumetti o delle neonate scritte murali), con periodiche discussioni (per esempio sulla Quadriennale o sulle “culture alternative”), registrate e ritrasmesse a loop nei locali espositivi (grazie alle macchine date in comodato dalla SCS, Scientific Television Service), e con iniziative politiche come la raccolta di opere d’arte per finanziare movimenti per il diritto alla casa…
  • nell’anno di attività della galleria, grazie alla sponsorizzazione della Multigrafica Editrice (con i contributi della Libreria Ferro di cavallo e del Centro Documentazione Grafica e Pittura), vengono pubblicati i primi sei numeri della rivista (dal numero zero al numero cinque), rivista che funge da luogo di memorizzazione e divulgazione delle attività espositive e dei confronti tra critici, artisti e pubblico svolti in galleria (la foliazione è minima, da 4 a 8 pagine in formato 25x35cm)
  • nell’estate 1975 il team decide di chiudere l’attività espositiva (troppo onerosa e troppo limitata nello spazio e nel tempo) e di potenziare la rivista finanziando l’operazione con la stampa e la vendita di cartelle di grafica realizzate e donate da artisti come Trubbiani, Calabria e Turchiaro.
  • nel novembre 1975 esce il numero 6 della rivista (8 pagine spillate in formato 21x28cm), aperto dal nuovo programma-manifesto, che si può consultare a pagina 1
  • tra il 1976 e la fine del 1977 escono (per i tipi delle Edizioni dell’Urbe di Patrizio Graziani) quattro numeri monografici (tra 32 e 44 pagine in formato 21,5x30cm, con copertina in carta da pacchi) dedicati rispettivamente a
    – “Italia-Usa, condizionamenti o indipendenza culturale?” (n°7),
    – “Il ruolo dell’operatore visivo” (n°8),
    – “Mercato dell’arte: il sole è tramontato?” e “Donna & arte, un altro problema da consumare?”(n°9)
    – “L’architettura radicale è morta, viva l’architettura radicale” e “Ancora Quadriennale” (n°10&11).
    Ogni numero comprende anche varie inchieste, articoli e discussioni, ed è arricchito da 24 schede staccabili dedicate alla segnalazione e archiviazione degli articoli più interessanti usciti sulla stampa nei mesi precedenti (schede compilate dagli storici dell’arte Paolo Boccacci e Nicoletta Cardano)

C) Metodologie partecipative e innovative utilizzate nella galleria SPAZIOARTE

  • confronto: discussioni e tavole rotonde sui rapporti dell’arte all’interno, tra i protagonisti della sua filiera, e all’esterno con la società, la politica, le ideologie;
  • condivisione: ripresa e registrazione audio e video delle discussioni e successiva trasmissione in loop nella galleria, in differita, per tutti i giorni successivi;
  • multimedialità: per la prima volta in una galleria italiana si usano tecnologie di registrazione video e audio accanto alle attività su carta e a quelle frontali
  • partecipazione: possibilità per il pubblico di interagire sia direttamente nei dibattiti, sia in differita attraverso un apposito cartellone a disposizione di tutti i visitatori, tutti i giorni, in galleria;
  • connessione: opportunità aperta per pubblico, artisti, critici e istituzioni di entrare nella rete di comunicazioni costituita dall’insieme degli strumenti elencati qui sopra

i principi “ideologici” e gli obiettivi di una tale sperimentazione vengono dichiarati in maniera esplicita nel primo programma manifesto, consultabile qui

D) I programmi-manifesto della galleria e della rivista SPAZIOARTE: